20 ottobre 2010

Resistenza di carico per JCM900

Ancora su Accordo, stavolta si parla di Marshall e si risponde a questa domanda:

Vorrei sentire la mia chitarra con le cuffie ed eventualmente registrare, passando attraverso la mia JCM900, scollegando la cassa. Lo so che si perde in dinamica etc, ma mi sarà utile di notte e in altre occasioni. Quindi chitarra--jcm900 speaker out--scheda audio.A tal fine stavo decidendo di comprare una direct box. Ero indeciso tra la Red box HK e la Behringer Ultra G (non so delle due quale sia migliore) a cui collegare un carico fittizio, indispensabile lo so, altrimenti si rischia di bruciare tutto.
Mi sono accorto però che dietro la testata, sotto alla scritta Line Output, ci sono due uscite: una "Recording Compensated" e l'altra "Direct", possono fare al mio caso? Se sì comunque devo collegare un carico fittizio all'uscita speaker? A cosa servono?
Dove compro o comunque come autocostruisco una resistenza di carico?





Dagli schemi Marshall (di cui siamo assistenza ufficiale) è chiaro che su questi amplificatori le uscite “Recording Compensated" e "Direct" vengono disattivate con lo standby su OFF. Dico questo solo perché alcuni amplificatori invece mantengono l'alimentazione anodica della sezione di preamp anche con lo standby su OFF, permettendo di prelevare il segnale dalle uscite recording e simili senza inviare segnale alla cassa e quindi senza aver bisogno di collegarne una né di disturbare nessuno.
Detto questo, abbiamo tre soluzioni pratiche, veloci ed economiche, che ti permettono di capire se tali prese fanno al caso tuo (potrebbe non piacerti il risultato di una o dell'altra o il segnale non essere “digerito” dalla scheda audio visto che ne esistono infiniti modelli con infinite opzioni di ingresso).
La prima: togliere le valvole di finale (esistono più modelli di Marshall JCM900 e non hai definito il tuo, ma fondamentalmente due famiglie: la 50W e la 100W); dette valvole sono le due grosse nel caso del 50W o le quattro grosse nel caso del 100W. Togliamole, avendo cura non solo a toglierle delicatamente (sono di vetro e comunque sono componenti elettronici in cui i contatti hanno un senso e una posizione ben precisa), ma di segnare la posizione di ognuna (quando lavoro io uso segnare con un pennarello “SX CSX CDX DX” per specificare, visto da dietro, “laterale sinistra, centrale sinistra, centrale destra e laterale destra”) e riporle delicatamente in luogo sicuro magari in una scatola di cartone con qualcosa di morbido dentro. Non facciamolo MAI quando l'ampli è acceso, né appena spento, pena polpastrelli in fumo! In questo modo con lo standby su ON e quindi con il tuo preamp attivo, potrai pure lasciare la cassa attaccata tanto non riceverà segnale per buona pace dei vicini alle cinque di notte, ma comunque, che sia attaccata o no, non farà differenza in questo caso, perché il finale non lavorerà in alcun modo e nessuna corrente anche minima verrà prodotta. Potremmo anche prevedere il caso di malfunzionamento proprio durante questo tipo d'uso e quindi, a causa della riduzione di assorbimento causata dalla rimozione delle finali, ridurre il fusibile di alimentazione principale per assicurarsi nell'estremo caso che il fusibile intervenga per tempo, ma qui siamo alla paranoia.
Ora che ho spiegato questa soluzione, che comunque può essere antipatica a causa della rimozione di dispositivi che sarebbe meglio maneggiare poco, vi passo la scorciatoia.
Avremo lo stesso risultato togliendo i due fusibili HT, quelli con quei due piccoli LED rossi di fianco e segnati come “Output Valve Fuse”. I LED si accenderanno, non preoccupatevi, segnalano solo che il fusibili o non ci sono, o sono rotti, ma visto che li abbiamo tolti di proposito i LED devono accendersi! In questo modo è come se le finali fossero state tolte, resteranno accese, ma solo nella parte dei filamenti e non erogheranno alcun segnale. Come detto, la cassa, che ci sia o no, non fa differenza. Non c'è neanche bisogno di ridurre il fusibile di alimentazione visto che l'assorbimento anodico delle finali è, in questo caso, trascurabile e quindi saremo completamente protetti anche in caso di malfunzionamento.
Continuiamo a esplorare le varie possibilità, più per cultura che per bisogno, trasformando il servizio consulenza in articolo specifico che andrà a esplorare situazioni possibili su questo ampli, ma più utili su altri amplificatori che magari non permettessero tutte queste soluzioni.
La seconda soluzione, invece, prevede di togliere la valvola di inversione di fase, quella piccola subito accanto alle finali grazie al fatto che le due prese di cui sopra sono posizionate precedentemente a questa. In questo caso, anche se il finale non riceverà alcun segnale, consiglio di mantenere comunque la cassa collegata dalla quale non uscirà suono (forse un fruscio statico del finale): questa procedura ci assicurerà l'assorbimento di qualunque corrente anche minima erogata dalle finali a riposo.
Abbiamo poi la terza scelta: considerato che sulle Marshall JCM900, qualsiasi modello sia, esiste la presa effetti da dove prelevare il segnale di preamp anche se privo di controllo di presence, di riverbero, e di master (cosa che nei metodi precedenti invece avremmo comunque attivi), possiamo agire in questo modo senza togliere alcuna valvola e mantenendo comunque la cassa collegata per eccesso di zelo e di sicurezza. Con i master a zero avrremo comunque segnale sulla presa effetti dalla quale prelevare il segnale dal Send.
Sempre per eccesso di zelo consiglierei di fare anche questa procedura: basta comprare un jack (non il cavo, ma solo lo spinotto), cortocircuitare con una saldatura il tip con la massa e collegarlo al return dell'ampli, in modo da mettere in mute tutto lo stadio di finale, prelevando il segnale dal Send da mandare alla scheda audio. Il finale sarà sì attivo, ma con un segnale mute e con pure i master a zero, non erogherà alcun suono. Teniamo comunque la cassa collegata per il discorso di cui sopra.
Queste soluzioni daranno tutte suoni e risultati diversi, che, come detto, potrebbero piacerti o non piacerti, ma non costano e non sono invasive.
La soluzione di carico fittizio, D.I. etc sulle uscite di potenza è comunque un palliativo con pregi e difetti sia tecnici che acustici (non sono casse, non si comportano come casse e non fanno comportare l'ampli come si comporterebbe con una cassa collegata), quindi tanto vale provare e vedere se le soluzioni a costo zero descritte fanno al nostro caso o no, magari aggiungendo via software un simulatore di cassa per gestire il segnale prelevato da questa o quella presa scelta.
Per aprire il portafoglio siamo sempre in tempo.
C'è anche un'altra soluzione extra che posso consigliare: quella di far modificare l'amplificatore con un interruttore che disattivi solo l'alimentazione anodica delle finali e quindi avere un risultato equivalente alle soluzioni in cui abbiamo tolto le finali o i fusibili, senza però di fatto dover togliere niente. Così come modificarlo con un vero e proprio Mute. Insomma le possibilità sono tante e tutte adattabili a esigenze e necessità diverse.
Se, una volta provate, queste soluzioni non soddisfacessero, potrà essere sempre affrontato il discorso carico fittizio e/o valutato se è o no il momento di comprarsi invece un utilissimo dispositivo digitale da usare allo scopo “studio di notte in cuffia” (vedi Pod e simili) visto che comunque, anche se non suona come un valvolare, saputo usare diventa più pratico ed efficace di un ampli collegandolo a un computer sia per studiare che per fare piccoli home recording.
E fidati, che questi dispositivi, grazie al loro rapporto praticità/costo/ingombro/versatilità/risultato vengono usati anche in grandi produzioni sia live, sia in studio, e te lo dice un valvolaro quarantenne convinto, che ha a che fare con live e studio da molto tempo!
Sia chiaro: questa roba non sostituisce un amplificatore valvolare, ma esiste e offre una soluzione alternativa che saputa usare può regalare molte soddisfazioni.
La strada per me è aperta, valvolare o no, è il risultato che conta e citando Woody Allen: basta che funzioni!
In fine, personalmente preferisco la prima soluzione nella versione scorciatoia: pratica, velocissima, costo zero, dà accesso a tutte le prese e a tutti i controlli attivi, indolore e a prova di danno, basta aver cura di riporre i fusibili senza romperli o perderli e, anche in questo caso, due fusibili costano pochi centesimi e non necessitano regolazioni o altro, basta siano identici agli originali. Spero di aver fatto cosa gradita a svelare il funzionamento oltre che a dare alcune soluzioni.